Athos fa una piccola pausa centellinando una tazzina di caffè decaffeinato Kimbo, che indica come “leggero”.
La leggerezza cui fa riferimento, ovviamente, è dovuta alla sua decaffeinizzazione: essendo praticamente privo di caffeina, il “dec”.
La salute è molto importante, ovviamente, ma non tutti riescono a cedere all’ovvietà e credono che il decaffeinato patisca del gusto rispetto al caffè cosiddetto “normale”.
Ma è una “fake new“, questa: il caffè decaffeinato ha lo stesso gusto di quello tradizionale ed in più ha la leggerezza… vogliamo mettere?
Se poi attraversiamo un periodo di stress e non vogliamo rinunciare all’aroma di un buon caffè la scelta vien da sè.
Kimbo, “il caffè di Napoli”, è una azienda italiana di grande esperienza, fondata negli anni ’50 dai fratelli Rubino, divenendo nel breve un punto di riferimento del mercato italiano del caffè e da lì prese il volo in tutta Europa ed oltre, fino al Medio Oriente, Giappone e “down-under“, in Australia.
Oggi l’azienda vanta una conduzione al femminile: le nipoti dei fondatori, Paola e Alessandra.
Protagonisti dei Carosello televisivi i loro spot han visto, tra i vari, i notissimi Pippo Baudo e Gigi Proietti come testimonial di grande caratura.
Oggi Kimbo offre ai suoi affezionati clienti il Kimbo Decaffeinato in cialde ESE, compostabili, per guardare sempre all’ambiente.
Per quanto riguarda le capsule, il caffè decaffeinato Kimbo viene proposto con le compatibili Lavazza Espresso Point – un caffè corposo, con una nota speziata “audace” ed aromi di cacao – oppure per quelle per la macchina “UNO Capsule System” – con “sentori di pasticceria” ed un retrogusto persistente e speziato.
Ovviamente ognuno deve fare i conti con la propria “macchinetta del caffè” ed effettuare la scelta consona.
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